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Recensioni

Le recensioni nascono dal confronto tra i risultati raccolti durante test di qualità ottica e prove sul campo. Scritte in modo chiaro e conciso, sono suddivise in sezioni, nelle quali descriviamo le principali caratteristiche degli obiettivi: qualità costruttiva, ergonomia e prestazioni ottiche.
Nelle conclusioni motiviamo il nostro giudizio senza mezzi termini, ricapitolando i principali vantaggi e svantaggi.

Articoli pubblicati:

06/06/2025 - Canon AE1

02/04/2025 - 7Artisans 50mm F 1.8 AF

28/12/2024 - Miranda 24mm F 2.8

30/10/2024 - Olympus OM Zuiko 40mm F 2

22/07/2024 - Sigma 135mm F 3.5

15/06/2024 - Canon FD 50mm F 1.4 (S.S.C. II)

13/04/2024 - Kenlock 135mm F 2.8 (Mitakon)

02/03/2024 - Kiron 28mm F 2.8

06/01/2024 - Olympus OM Zuiko 24mm F 2.8 (versione 2)

05/03/2023 - Tamron SP 500mm F 8 (55BB)

17/12/2022 - Vivitar "Series 1" 28-105mm F 2.8-3.8 (Cosina)

14/10/2022 - Vivitar 28mm F 2.8 close focus (Komine)

27/08/2022 - Olympus OM Zuiko 35mm F 2 (versione 3)

09/07/2022 - Tamron SP 90mm F 2.5 macro (52B)

26/03/2022 - Osawa 135mm F 2.8

14/11/2021 - Olympus OM Zuiko 85mm F 2 (versione 1)

19/06/2021 - Olympus OM Zuiko 35-70mm F 3.5-4.8

21/11/2020 - Olympus OM Zuiko 24mm F 2 (versione 1)

03/10/2020 - Canon FDn 50mm F 1.8


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Canon AE1 - Recensione

Con questo articolo introduciamo una nuova serie di recensioni, dedicate alle fotocamere a pellicola. Seguendo il ritorno di fiamma della fotografia analogica, vi presentiamo alcune delle macchine che abbiamo utilizzato personalmente. La Canon AE1 è una fotocamera reflex per pellicola 35mm (formato 36x24) a funzionamento elettronico, prodotta in Giappone dal 1976 al 1984. Si tratta di una delle prime macchine elettroniche ad aver avuto una grande diffusione; fotocamere come questa segnarono una pietra miliare nella transizione verso dispositivi con sempre più automatismi, avvenuta negli anni ’80. La AE1 può essere utilizzata sia in modalità manuale che a priorità di tempi, poiché gli stessi sono controllati da un circuito elettronico. Fa parte del sistema Canon FD, nel quale andò a inaugurare una nuova serie di corpi macchina, contraddistinti dalla lettera “A” (AE1-AT1-A1 ecc.) tutti a funzionamento elettronico, per i quali vennero prodotti degli specifici accessori. DATI TECNICI Tipo...

La fotografia dei liminal spaces: tra nostalgia e incertezza

Un corridoio vuoto, un parcheggio deserto o una scuola dopo che tutti se ne sono andati. Luoghi che sembrano sospesi nel tempo, in uno stato di attesa o di cambiamento: oggi parliamo di ‘spazi liminali’. ( Nel frattempo, vi ho preparato una playlist ad hoc per accompagnare la lettura: https://open.spotify.com/playlist/1R7zhKdvZt1LoS5HXjtErV?si=016e38192d5e4c47 ) La fotografia dei liminal spaces è una tendenza visiva sempre più popolare che ha conquistato il web e gli appassionati di fotografia con la sua capacità di evocare sensazioni di nostalgia, incertezza e attesa. Ma cosa sono esattamente questi "spazi liminali" e perché suscitano tanto fascino? Per rispondere a queste domande, dobbiamo esplorare il concetto di "liminalità", la qualità delle immagini che li rappresentano, gli strumenti utilizzati nella fotografia e, infine, il motivo per cui queste immagini ci parlano così profondamente. Cosa sono i liminal spaces? Il termine "liminale" deri...

Fotografo per trattenermi

Ho sempre avuto fretta  Non la fretta che ti fa correre per non perdere il treno, ma quella fretta più profonda, sotterranea, quella che ti rosicchia da dentro. Come se ogni emozione, ogni pensiero, ogni desiderio dovesse subito trovare forma. Subito un’immagine, subito un progetto, subito un risultato. Mi muovo spesso così: intuizione - azione. Il tempo dell’attesa, dell’elaborazione, dell’incubazione mi è sempre sembrato una perdita. Eppure è proprio lì che vive la fotografia: nella pausa, nell’osservazione, nel dettaglio minuscolo che richiede tempo per farsi notare. È paradossale: amo fotografare, ma la fotografia mi obbliga a rallentare, a stare e restare. E questa frizione nel tempo mi ha raccontato e continua a raccontarmi più di quanto avrei mai pensato. Fotografo perché voglio vedere. Eppure, spesso, scatto per non sentire. Come se poter trasformare una sensazione in un’immagine mi permettesse di tenerla a distanza. Ma poi l’immagine resta, mi guarda. E mi dice tutto quell...