Passa ai contenuti principali

Miranda 24mm F 2.8 (Cosina) - Recensione




QUALITA' COSTRUTTIVA

L’ottica in prova risulta costruita in plastica, con l’eccezione della ghiera diaframmi e dell’innesto, entrambi in metallo. La ghiera di messa a fuoco è rivestita in gomma zigrinata di buona qualità; peccato che i valori delle aperture siano solo verniciati in superficie, e non incisi.
L’assemblaggio è ineccepibile senza giochi, le operazioni sono fluide. Si nota inoltre la completa assenza di viti a vista, aspetto non comune su un obiettivo di terze parti.


ERGONOMIA

Il Miranda 24mm F2.8 risulta compatto e leggero, senza risultare scomodo per chi ha mani grandi. Montato sulla fotocamera, anche con l'adattatore il suo ingombro è limitato e permette un ottimo bilanciamento. La ghiera dei diaframmi gira in senso orario da F2.8 a F22 con scatti ben definiti ad ogni stop. La ghiera di messa a fuoco ruota in senso orario da infinito alla distanza di 19 cm; presenta un arco di rotazione più che adeguato, di circa mezzo giro; la sezione della ghiera è abbastanza stretta, ma l’ottima presa e la facile identificazione al tatto rendono l’utilizzo piacevole.
Nell’esperienza quotidiana abbiamo trovato che l’obiettivo focheggia bene, senza particolari pregi o difetti. La dicitura “macro” indica solo la possibilità di mettere a fuoco un po’ più da vicino, che risulta utile per fare primi piani ai fiori o a oggetti di dimensioni simili.
La praticità in generale è di livello più che buono, senza alcuna problematica.



LINK TEST QUALITA' OTTICA + DATI TECNICI


Nitidezza

A tutta apertura la nitidezza al centro è sufficiente, l’immagine è pienamente utilizzabile, penalizzata solamente da un contrasto medio/basso. A F4 risulta più che sufficiente, mentre ai successivi diaframmi la nitidezza è quasi buona, coi risultati migliori ottenuti a F8 per scarso margine. Il problema principale risiede nel forte calo ai bordi, comune a tutte le aperture; il calo comincia appena si lascia il centro dell’immagine, e ai bordi estremi risulta fortissimo, con una definizione pessima. Chiudere il diaframma cambia poco la situazione, l’effetto ha un impatto importante sulle immagini.
Riguardo al contrasto risulta di medio livello a F4, medio/alto successivamente.
Per concludere, definiamo la prestazione in questo campo come quasi sufficiente.


Aberrazioni Cromatiche

Laterali. Di medio/basso livello a tutte le aperture, non rappresentano un problema in quanto risultano sempre correggibili, anche nelle situazioni di forte contrasto.
Longitudinali
. Di medio/basso livello a tutta apertura, di basso livello a F4 e successivamente quasi nulle; il loro impatto è trascurabile.
Il giudizio per questa sezione risulta buono.


Bokeh

Per i grandangoli lo sfocato non è mai un punto di forza, dato che lo si ottiene solo a distanze molto corte. L’obiettivo in prova non fa eccezione, e ottiene una buona separazione solo a distanze molto corte, sfruttando la capacità “macro”. Avvicinandosi molto, con lo sfondo magari distante, si ottengono degli effetti molto piacevoli. Basta però che il soggetto sia appena più distante per vanificare l’estetica, con scarsa separazione e/o affollamento con doppi contorni. Alle medie e lunghe distanze non c’è nulla da fare, l’obiettivo non è adeguato.
Da aggiungere che è presente, come intuibile dai risultati alla sezione coma, una forte curvatura di campo, che rende i bordi dell’immagine meno sfocati del centro. Ciò distrae molto e riduce notevolmente la percezione di separazione nel suo complesso.
I punti luce a tutta apertura sono circolari al centro, mentre appena ci si avvicina ai bordi assumono forme irregolari, con un evidente effetto “occhi di gatto”. Chiudendo a F4 le deformazioni rimangono, e le lamelle molto curve nascondono in parte la forma pentagonale; questa però emerge prepotente ai diaframmi successivi. In tutte le situazioni i punti luce risultano comunque molto piccoli e di scarso valore estetico.


Coma

A tutta apertura vi sono delle deformazioni molto pronunciate, che si riducono leggermente passando a F4 pur restando forti. A F5.6 si ridimensionano ma hanno ancora un impatto medio, e persino a F8 restano presenti con un impatto medio/basso.


Distorsione

La distorsione risulta di medio/alta entità, principalmente a barile. Potrebbe essere necessario effettuare spesso correzioni, soprattutto per le foto di architettura.


Flare

L’ottica in prova produce artefatti di grandi dimensioni, colorati, numerosi e ben visibili. In combinazione con dei riflessi interni creano un insieme che distrugge l’immagine, rendendola inutilizzabile. Evitate il controluce più che potete, infatti la sgradita sorpresa è sempre dietro l’angolo. L’obiettivo sembra soffrire molto le condizioni di luce intensa, dove i dettagli dei soggetti chiari sembrano bruciarsi. Ancora peggio quando ci sono dei riflessi importanti nell’inquadratura: intere zone dell’immagine vengono bruciate, a dispetto di un’esposizione conservativa. Unico aspetto positivo, le velature appaiono poco e risultano lievi, ma è una magra consolazione.
Il comportamento con le luci artificiali è anch’esso problematico, anche se meno estremo.
In generale non ci sono grandi cambiamenti variando l’apertura.
Riassumendo, definiamo il comportamento in questo campo tra l’insufficiente e il pessimo.


Focus breathing

L’obiettivo presenta una media variazione di focale durante la messa a fuoco; consideratelo se intendete utilizzarlo per fare riprese video.


Sunstars

L’obiettivo produce dieci raggi che presentano una forma poco definita, sia a corta che a lunga distanza, quindi non hanno valore estetico.

 
Vignettatura

Come immaginabile, data la natura compatta dell’obiettivo, questo è uno dei punti deboli. La vignettatura è di alto livello a F 2.8, medio/alto a F4, medio a F 5.6 e medio/basso a F8; in sostanza non scompare mai. L'impatto sulle foto appare evidente, diverse prove sul campo sono state corrette per compensare il fenomeno. Talvolta non si riesce nemmeno ad eliminarla del tutto, per via dell’intensità agli angoli estremi.


LINK PROVE SUL CAMPO - GALLERIA FOTO



CONCLUSIONI

Il Miranda in prova (così come il cugino Vivitar 24mm F2.8, nella versione sempre fabbricata da Cosina) è un obiettivo con forti contrasti: l’ergonomia per esempio risulta molto valida, è davvero un piacere utilizzarlo, tuttavia le prestazioni ottiche non sono eccezionali. Facciamo notare che due punti deboli sono comunissimi per un grandangolo compatto, ovvero distorsione e vignettatura. Purtroppo l’unica nota davvero positiva sono le aberrazioni cromatiche contenute, che non possono risollevare il quadro generale; nemmeno la nitidezza arriva alla sufficienza.
Inutile nascondersi, non consigliamo quest’obiettivo, a meno che abbiate poche pretese e lo acquistiate a una cifra molto bassa.



PRO
- praticità più che buona
- aberrazioni cromatiche contenute

CONTRO
- nitidezza ai bordi scarsa
- coma piuttosto pronunciata
- resistenza al flare molto scarsa
- vignettatura invasiva



GIUDIZIO

Qualità costruttiva:   
Ergonomia:                 
Ottica:                         


>> Link elenco recensioni pubblicate <<


Commenti

Gli articoli più letti

Vintage Digitale – Olympus XZ-1

In questo episodio parliamo della Olympus XZ-1, una compatta del 2011. Fa parte della nota serie “XZ”, ovvero le compatte premium (a dimensioni contenute) della casa. Questo articolo fa parte di un progetto volto a riscoprire la fotografia CCD, se desiderate approfondire è presente  un’introduzione  esplicativa.    SCHEDA TECNICA: Sensore: 1/1.63” CCD (8.07 x 5.56 mm) Megapixel: 10 (3648x2736 pixel) Formato immagine: 4:3 Escursione focale: 28–112 mm (equivalente 35mm) Apertura massima: F 1.8-2.5 Stabilizzazione ottica: Sì Tempi di scatto: 60 S - 1/1200 S Gamma ISO: 100-6400 Presenza controlli PASM: Sì Formato RAW: Sì Distanza minima messa a fuoco: 1 cm Dimensioni schermo: 3 pollici Risoluzione schermo: 614.000 dots Schede di memoria compatibili: SD/SDHC/SDXC Dimensioni: 111 x 65 x 42 mm Peso: 275 g Batterie: al litio L’esperimento di questa puntata si concentra su di una compatta premium, con un sensore più grande della media per le fotocamere dell...

7Artisans 50mm F 1.8 AF - Recensione

QUALITA’ COSTRUTTIVA ll 7Artisans 50mm F 1.8 a primo impatto presenta una costruzione solida, interamente di metallo. Di questo materiale infatti sono costituiti il corpo principale, la filettatura dei filtri e le ghiere. L’obiettivo risulta solido e ben assemblato, con giochi minimi; assenti viti a vista. Analizzando tuttavia i dettagli emergono dei punti deboli. Innanzitutto quando si aziona la ghiera dei diaframmi si avverte un leggero rumore; niente di grave, ma la sensazione di qualità viene meno. L’aspetto più critico riguarda il tasto selettore della modalità AF/MF: questo risulta costituito da una plastica scadente, poco piacevole al tatto. Il vero guaio è che risulta assemblato male, per cui si aziona come niente; basta sfiorarlo per cambiare involontariamente la modalità di messa a fuoco. Un dettaglio inaccettabile che rovina l’insieme, contrastante con la solidità generale dell’obiettivo. E’ presente la porta usb-c sul lato dell’innesto per gli aggiornamenti firmware. ER...

Fotografia e cinema - Il posto delle fragole (Smultronstället)

Il posto delle fragole (Smultronstället) è un film del 1957 scritto e diretto dal celeberrimo regista Ingmar Bergman . Direttore della fotografia:  Gunnar Fischer La storia narra del professor Isak Borg, stimato medico, che deve recarsi a Lund  per ricevere un prestigioso premio accademico. Durante il percorso, l’anziano professore rivive -consciamente e non- tutta la sua vita, soffermandosi sulle scelte e sugli episodi più rilevanti. © Svensk Filmindustri LINK ALLA GALLERIA DEI FOTOGRAMMI Questo articolo è parte di una serie volta a riscoprire la fotografia nel cinema, se desiderate approfondire è presente un’introduzione esplicativa.    © Svensk Filmindustri Nella scena d’apertura notiamo subito un’inquadratura impeccabile, rigorosa. Tutto ricorda un ambiente solenne, rispettabile: i tappeti, l’arredo, e il grosso alano sdraiato. La luce contribuisce tramite una leggera sottoesposizione e un contrasto mediamente marcato. © Svensk Filmindustri Primo sogno: il pr...