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Tamron 28-200 F 3.8- 5.6 (mod. 71A) - Recensione



QUALITA' COSTRUTTIVA

Obiettivo di fattura onesta, non replica la qualità dei più datati, tuttavia dà l'impressione di essere sufficientemente curato. Il corpo principale è in metallo, seppur non di prima qualità; le iscrizioni su di esso sono solo verniciate, non incise.
Entrambe le ghiere di messa a fuoco e cambio focale sono rivestite di gomma liscia, dalla qualità sufficiente. Il frontale è interamente in plastica, compresa la filettatura per i filtri. La ghiera dei diaframmi è particolarmente sottile per gli standard dell'epoca, anch'essa in plastica. Inclinare l'obiettivo verso il basso causa una lieve estensione del corpo, per esempio da 28 a 35 mm.
Non giudichiamo l’adattatore (in questo caso Olympus OM) perché non fa strettamente parte dell’obiettivo. Il sistema Adaptall-2 infatti consentiva di montare l'ottica su fotocamere di diverse marche utilizzando l'opportuno adattatore.
L’assemblaggio risulta più che sufficiente, non certo di primo livello ma comunque esente da giochi e scricchiolii.

ERGONOMIA

Il Tamron 28-200mm F 3.8- 5.6 (Mod. 71A) non è certo un obiettivo compatto; in realtà il corpo non è eccessivamente pesante. Si fa notare invece il diametro, che pur non eccessivo risulta meno pratico per chi ha mani piccole. Ancora più rilevante l’estensione esagerata del corpo durante il cambio di focale; fortunatamente l’obiettivo non risulta particolarmente sbilanciato. L’elemento frontale ruota durante la messa a fuoco, limitando l’uso dei polarizzatori.
La ghiera dei diaframmi è sottile, di presa non eccelsa ma con scatti ben definiti ad ogni mezzo stop; gira in senso orario da F3.8 a F22. La ghiera per il cambio focale ruota in senso orario dal grandangolo al tele; è di operatività discreta, non all’altezza delle migliori. La maggior parte degli obiettivi infatti presenta un rivestimento di gomma zigrinata che consente una facile presa; non è il caso di questo superzoom, che utilizza una gomma liscia con poche scritte in rilievo "Tamron" disposte longitudinalmente, il cui beneficio è scarso. La ghiera di messa a fuoco è della stessa gomma liscia; l’azionamento in sé risulta fluido, ma sono presenti più difetti gravi. Per iniziare l'escursione è troppo breve, con meno di 90° di rotazione in senso antiorario si passa da infinito alla distanza minima. Focheggiare su un soggetto non è impresa per tutti, un minimo movimento e si perde l'immagine. Inoltre quando si utilizzano le focali più lunghe, per effetto dell’estensione del corpo, la ghiera viene a trovarsi in una posizione lontana dal corpo macchina, costringendo il fotografo a una presa scomoda e innaturale. Consideriamo inoltre che il diametro generoso e la sezione scarsa ne limitano notevolmente la praticità. Durante l’utilizzo si fa sentire l’impatto della distanza minima di messa a fuoco: 2,1 metri a tutte le focali. Dimenticate qualsiasi genere di macro o scatti ravvicinati.




LINK TEST QUALITA' OTTICA + DATI TECNICI


Nitidezza
A tutta apertura la nitidezza è scarsa; migliora di ben poco fino a F8/F11 dove il valore risulta sufficiente. Ai bordi il calo è contenuto senza risultare brusco, anche alle focali grandangolari. Il contrasto risulta medio a tutte le aperture.
In generale la prestazione in questo campo risulta insufficiente.

Aberrazioni cromatiche
Di medio/alta entità, sono presenti a tutte le escursioni focali. La correzione risulta difficile, rimangono aloni anche abbastanza evidenti.

Bokeh
Lo sfocato risulta nella norma, con lieve affollamento. Il problema principale è la grande difficoltà a separare il soggetto, anche alla focale più lunga. I Punti luce sono irregolari a 100 mm, per assumere forme astratte a 200 mm, orribili; presenti e molto marcati gli onion rings. Non certo ideale per ritratti, considerata anche anche la distanza minima di messa a fuoco troppo lunga. Per riassumere la prestazione risulta insufficiente.

Distorsione
28mm: di entità media, ma forma complessa. Presenta infatti “baffi” piuttosto pronunciati, per cui correggerla del tutto è impossibile.
35mm: comportamento simile alla focale precedente, con prevalenza della forma a cuscinetto.
50mm: di alta entità, quasi del tutto a cuscinetto con lievi tendenze sinusoidali.
100mm: di entità media, quasi del tutto a cuscinetto con lievi tendenze sinusoidali.
200mm: uguale alla focale precedente.
L’impatto della distorsione sulle foto risulta evidente, e influisce su qualsiasi genere praticato; le prove sul campo sono state corrette per quanto possibile.
In generale la prestazione del Tamron 28-200mm F 3.8- 5.6 (Mod. 71A) in questo ambito risulta insufficiente.

Flare
Di questo obiettivo non abbiamo test approfonditi, ma dalla esperienza maturata possiamo dire che mostra una resistenza sufficiente, si arrende solo in casi estremi. In altre situazioni comunque impegnative resiste senza particolari difficoltà. Il contrasto nativo viene mantenuto in tutte le circostanze.

Vignettatura
28mm: di medio/alto livello a tutta apertura, medio/basso a F5.6 e basso a F8.
35mm: di basso livello a F3.8, quasi nullo a F5.6 e nullo a F8.
50mm: uguale alla focale precedente.
100mm: di medio livello a F3.8, basso a F5.6 e quasi nullo a F8.
200mm: uguale alla focale precedente.
L’impatto più rilevante lo troviamo a 28mm: nulla di estremo, ma la vignettatura non scompare mai. Alle altre focali il calo di luce risulta più gestibile, ma comunque le immagini andranno corrette di frequente. Il giudizio in questo ambito è quasi sufficiente.

LINK PROVE SUL CAMPO - GALLERIA FOTO


CONCLUSIONI

Il Tamron 28-200mm F 3.8- 5.6 (Mod. 71A) non ci ha colpito per nessun aspetto positivo, anzi è vero il contrario. Scomodo da utilizzare, ingombrante, poco nitido, con distorsione evidente. Non viene in mente nulla che possa mitigare in parte il giudizio severo.
Riesce difficile consigliare un oggetto simile, che pure non risulta particolarmente bello o ben realizzato; persino un collezionista si farebbe qualche remora ad acquistarlo.
Consiglio spassionato: non compratelo.

PRO
- nessuno

CONTRO
- nitidezza scarsa
- sfocato difficile da ottenere e poco attraente
- distorsione evidente e complessa
- esperienza di messa a fuoco pessima
- poco pratico e ingombrante
- distanza minima di messa a fuoco 2,1 metri

GIUDIZIO

Qualità costruttiva: 
Ergonomia:               
Ottica:                       

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