Passa ai contenuti principali

Canon FDn 28mm F 2.8 - Recensione

 

QUALITA' COSTRUTTIVA

Il Canon FDn 28mm F 2.8 vede la presenza di molte componenti in plastica. Buona parte dell'obiettivo è realizzata in policarbonato, comprese le ghiere dei diaframmi e di messa a fuoco. Quest’ultima è rivestita in gomma di buona qualità, seppur leggermente scivolosa. Il barilotto centrale dell'obiettivo e la filettatura per i filtri sono invece metallici, così come l'innesto a baionetta. L'assemblaggio risulta curato e privo di fastidiosi giochi.

ERGONOMIA

Il Canon FDn 28mm F 2.8 è uno degli obiettivi più piccoli e leggeri della serie FDn. Dal punto di vista pratico il suo utilizzo non presenta problematiche, tranne forse per chi ha mani molto grandi. Montato sulla fotocamera, anche con l'adattatore il suo ingombro è limitato e permette un ottimo bilanciamento. La ghiera dei diaframmi gira in senso antiorario da F2.8 a F22 in passi di mezzo stop, con scatti non molto definiti. La ghiera di messa a fuoco ruota in senso orario da infinito alla distanza di 30 cm; presenta un arco di rotazione ridotto (circa un terzo di giro); tuttavia sul campo non si sono avuti problemi nel focheggiare. La sezione della ghiera non può dirsi ampia, ma non è neppure stretta come quella del cugino 50mm F 1.8. La praticità è quindi di buon livello.




 

LINK TEST QUALITA OTTICA + DATI TECNICI


Nitidezza
A F2.8 la nitidezza al centro è più che sufficiente, così come ai bordi, l’immagine è pienamente utilizzabile. A F4 la nitidezza è quasi buona, mentre da F5.6 a F11 il dettaglio è buono, coi risultati migliori ottenuti a F8 per scarso margine.
Comune a tutte le aperture, ma accentuato a quelle più ampie, un calo nelle zone intermedie, che risultano meno nitide dei bordi.
Fino a F8 si nota inoltre un calo improvviso del dettaglio agli angoli estremi, per quanto poco rilevante.
Riguardo al contrasto risulta di medio livello già a tutta apertura, con una leggera morbidezza presente solo ai bordi. Successivamente si attesta ad un livello alto.
Per concludere, definiamo la prestazione in questo campo come più che sufficiente.
Nota: l’obiettivo in prova risulta leggermente decentrato, come si nota in questa foto; per valutare correttamente la prestazione ai bordi considerate il lato sinistro.

Aberrazioni Cromatiche
Laterali. Di medio livello a tutte le aperture, non rappresentano un problema in quanto risultano correggibili; al massimo lasciano lievi tracce.
Longitudinali. Di basso livello a tutta apertura, si riducono progressivamente fino a diventare quasi nulle, il loro impatto è trascurabile.
Il giudizio per questa sezione risulta buono.

Bokeh
Per i grandangoli lo sfocato non è mai un punto di forza, dato che lo si ottiene solo a distanze molto corte. Ad ampie aperture il bokeh risulta abbastanza cremoso, per quanto leggermente affollato. Di positivo c’è un’ottima separazione del soggetto dallo sfondo che, senza pretendere miracoli (come suggeriscono focale e luminosità), spesso riesce dove altri obiettivi più indicati falliscono.
I punti luce a tutta apertura sono circolari al centro, mentre ai bordi risulta evidente l'effetto "occhi di gatto". Chiudendo a F4 emerge subito la forma poligonale, e persistono le deformazioni ai bordi. Passando a F5.6 i punti diventano molto piccoli e pentagonali, scompaiono le deformazioni. In generale appaiano più luminosi ai bordi, creando contorni che distraggono dall’insieme.

Coma
A tutta apertura vi sono delle deformazioni pronunciate, che si riducono molto passando a F4. A F5.6 risultano quasi nulle, per poi scomparire successivamente.

Distorsione
La distorsione risulta di entità medio/bassa, principalmente a barile. E’ tuttavia presente un leggero andamento a baffo, che ne pregiudica la correzione completa. In ambito fotografico non ci sono particolari problemi, tranne che per le foto di architettura.

Flare
Come spesso avviene, nelle situazioni più difficili anche il Canon FDn 28mm F 2.8 produce artefatti. Quelli più imprevedibili e invasivi si verificano quando la fonte di luce si trova vicino al bordo dell'immagine o appena fuori. In caso di luce frontale, gli artefatti sono invece maggiormente controllabili. Va considerato che gli stessi sono abbastanza trasparenti e hanno dimensioni ridotte. Peccato per l’apparire di leggere ma diffuse velature nelle situazioni più critiche, che riducono il contrasto. Chiudere il diaframma non comporta grosse differenze, ma introduce in casi estremi una sgradevole colorazione diffusa. 
Va fatta comunque una doverosa considerazione: in condizioni meno critiche l’obiettivo non produce mai artefatti, talvolta si comporta benissimo anche in situazioni al limite. Il più delle volte basta una semplice variazione dell’inquadratura per sistemare tutto, oppure l’utilizzo di un paraluce.
In generale definiamo il comportamento in questo campo come più che sufficiente.

Focus breathing
L’obiettivo presenta una lieve variazione di focale durante la messa a fuoco; aspetto positivo se intendete utilizzarlo per fare riprese video.

Sunstars 
L’obiettivo produce 10 raggi, che cominciano a vedersi chiaramente solo a F8. Presentano forma, dimensione e definizione scarse; da F11 la dimensione aumenta, tuttavia l’estetica rimane insufficiente.
 
Vignettatura
Risulta di medio livello a tutta apertura e fino a F5.6. Successivamente si attesta ad un basso livello, senza scomparire mai. E' spesso necessario correggerla nelle immagini dove c’è una colorazione uniforme, come il cielo.

LINK PROVE SUL CAMPO - GALLERIA FOTO


CONCLUSIONI

Il Canon FDn 28mm F 2.8 è un obiettivo che potremmo definire onesto: pur non avendo le caratteristiche dell’ottica premium, riesce ad ottenere buone immagini. I suoi limiti infatti non pregiudicano l'utilizzo nell’ambito più frequente per la sua focale: ritratti ambientati, paesaggi, street photography. Un punto di forza risiede nella compattezza e leggerezza, caratteristiche apprezzate da chi intende utilizzare l'attrezzatura senza affaticarsi. Dal punto di vista ottico è degno di nota il buon livello di contrasto a tutte le aperture; bene anche alla voce distorsione, meno per la vignettatura, ma niente di estremo.
Concludendo, se avete mire di eccellenza ottica cercate altro; ma se cercate un grandangolo affidabile ed equilibrato, senza veri difetti, questo obiettivo fa per voi.

PRO
- Compatto e leggerissimo
- Buon contrasto

CONTRO
- Nessuno

GIUDIZIO

Qualità costruttiva:       
Ergonomia:                        
Ottica:                             

>> Link elenco recensioni pubblicate <<


Commenti

Gli articoli più letti

Canon AE1 - Recensione

Con questo articolo introduciamo una nuova serie di recensioni, dedicate alle fotocamere a pellicola. Seguendo il ritorno di fiamma della fotografia analogica, vi presentiamo alcune delle macchine che abbiamo utilizzato personalmente. La Canon AE1 è una fotocamera reflex per pellicola 35mm (formato 36x24) a funzionamento elettronico, prodotta in Giappone dal 1976 al 1984. Si tratta di una delle prime macchine elettroniche ad aver avuto una grande diffusione; fotocamere come questa segnarono una pietra miliare nella transizione verso dispositivi con sempre più automatismi, avvenuta negli anni ’80. La AE1 può essere utilizzata sia in modalità manuale che a priorità di tempi, poiché gli stessi sono controllati da un circuito elettronico. Fa parte del sistema Canon FD, nel quale andò a inaugurare una nuova serie di corpi macchina, contraddistinti dalla lettera “A” (AE1-AT1-A1 ecc.) tutti a funzionamento elettronico, per i quali vennero prodotti degli specifici accessori. DATI TECNICI Tipo...

La fotografia dei liminal spaces: tra nostalgia e incertezza

Un corridoio vuoto, un parcheggio deserto o una scuola dopo che tutti se ne sono andati. Luoghi che sembrano sospesi nel tempo, in uno stato di attesa o di cambiamento: oggi parliamo di ‘spazi liminali’. ( Nel frattempo, vi ho preparato una playlist ad hoc per accompagnare la lettura: https://open.spotify.com/playlist/1R7zhKdvZt1LoS5HXjtErV?si=016e38192d5e4c47 ) La fotografia dei liminal spaces è una tendenza visiva sempre più popolare che ha conquistato il web e gli appassionati di fotografia con la sua capacità di evocare sensazioni di nostalgia, incertezza e attesa. Ma cosa sono esattamente questi "spazi liminali" e perché suscitano tanto fascino? Per rispondere a queste domande, dobbiamo esplorare il concetto di "liminalità", la qualità delle immagini che li rappresentano, gli strumenti utilizzati nella fotografia e, infine, il motivo per cui queste immagini ci parlano così profondamente. Cosa sono i liminal spaces? Il termine "liminale" deri...

Fotografo per trattenermi

Ho sempre avuto fretta  Non la fretta che ti fa correre per non perdere il treno, ma quella fretta più profonda, sotterranea, quella che ti rosicchia da dentro. Come se ogni emozione, ogni pensiero, ogni desiderio dovesse subito trovare forma. Subito un’immagine, subito un progetto, subito un risultato. Mi muovo spesso così: intuizione - azione. Il tempo dell’attesa, dell’elaborazione, dell’incubazione mi è sempre sembrato una perdita. Eppure è proprio lì che vive la fotografia: nella pausa, nell’osservazione, nel dettaglio minuscolo che richiede tempo per farsi notare. È paradossale: amo fotografare, ma la fotografia mi obbliga a rallentare, a stare e restare. E questa frizione nel tempo mi ha raccontato e continua a raccontarmi più di quanto avrei mai pensato. Fotografo perché voglio vedere. Eppure, spesso, scatto per non sentire. Come se poter trasformare una sensazione in un’immagine mi permettesse di tenerla a distanza. Ma poi l’immagine resta, mi guarda. E mi dice tutto quell...