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Sigma 135mm F 3.5 - Recensione



QUALITA’ COSTRUTTIVA


Il primo impatto con il Sigma 135mm F 3.5 è positivo. Corpo principale, innesto, paraluce integrato e ghiere sono in metallo, queste ultime rivestite in gomma di buona qualità; solamente i pulsanti di sgancio sono di plastica. E’ doveroso fare una precisazione riguardo al paraluce: questi è ben fatto, sottile ma con bordo finale arrotondato e ricoperto all’interno di velluto nero per ridurre i riflessi. Tuttavia, a parte le dimensioni ridotte, il problema principale risiede nel fatto che non rimane mai in sede: basta la forza di gravità, quindi una leggera inclinazione dell’obiettivo, per farlo uscire o tornare all’interno dell’alloggiamento.
L’assemblaggio è curato, con giochi minimi.


ERGONOMIA

L’obiettivo in prova è molto compatto e leggero per la categoria; fa sorridere la simpatica dicitura “mini tele” che Sigma ha voluto affibbiargli. La ghiera di messa a fuoco presenta un’ergonomia eccellente; compie tre quarti di giro in senso antiorario da infinito alla minima distanza di scatto, il movimento avviene in modo fluido e preciso; la gomma di cui è rivestita garantisce una presa sicura. La ghiera dei diaframmi è di sezione appena più stretta della media, e anch’essa risulta comoda nell’utilizzo, favorita dalla gomma di rivestimento. La rotazione avviene in senso orario da F3.5 a F22 e gli scatti sono abbastanza definiti, con solo il passaggio da F4 a F3.5 leggermente contrastato; presenti le mezze aperture. Comoda la finestrella che racchiude il diaframma selezionato: basta un veloce sguardo per confermare il valore scelto, senza altri numeri a confondere. Entrambe le ghiere sono facilmente distinguibili l’una dall’altra.
Il paraluce integrato è il benvenuto, come accennato prima però risulta un po’ piccolo e non sta mai al suo posto. Detto questo, l’impatto nell’utilizzo sul campo è relativo, basta avere un po’ di accortezza oppure montarne uno fisso.
In generale l’esperienza di utilizzo risulta più che positiva, utilizzare l’obiettivo è un piacere. 




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Nitidezza
A tutta apertura la nitidezza risulta nel complesso sufficiente: l’immagine ottenuta, per quanto non brilli, è utilizzabile anche per foto di paesaggio. Si nota soprattutto una leggera morbidezza diffusa con un medio/basso livello di contrasto. A F4 la definizione è identica, migliora però il contrasto. Alle aperture successive la nitidezza è più che sufficiente, i diaframmi migliori risultano F8/F11. I cali ai bordi sono sempre contenuti e progressivi, nel complesso non disturbano.
Una precisazione in merito al contrasto: complessivamente risulta di medio livello, non eccelso. Questa sua caratteristica può dare l’impressione, guardando le immagini prodotte, di una nitidezza inferiore. In realtà, persino a tutta apertura ad infinito i dettagli ottenuti sono apprezzabili. Variazioni di luce meno nette possono poi tornare utili in ambito ritrattistico, dove tra l’altro il Sigma in prova sforna un buono sfocato.
Nel complesso la prestazione in questo campo risulta più che sufficiente.


Aberrazioni cromatiche
Laterali: di basso livello a tutta apertura, calano progressivamente per diventare quasi nulle; il loro impatto sul campo è irrilevante.
Longitudinali: di medio/basso livello a tutta apertura, dove rimangono dei lievi aloni colorati, poco visibili. Agli altri diaframmi il loro impatto è trascurabile, infatti già ad F4 calano, per poi continuare a scendere fino ad F11 dove risultano quasi nulle.
In generale la prestazione dell’obiettivo in questo campo risulta buona.


Bokeh
Lo sfocato prodotto dall’obiettivo risulta sempre cremoso, senza particolari affollamenti. Nonostante la luminosità massima non eccezionale è sempre in grado di separare il soggetto: alle brevi, alle medie e alle lunghe distanze. Anche in situazioni difficili, con sfondi complessi, il risultato è piacevole, con un leggero accenno di vorticosità. Nelle condizioni ideali, è in grado di produrre immagini d’effetto.
I punti luce a tutta apertura sono grandi e regolari al centro, cominciano subito a deformarsi appena ci si avvicina ai bordi, dove esibiscono un effetto “occhi di gatto” piuttosto pronunciato, ma non eccessivo. Ad F4 la situazione è quasi identica, mentre chiudendo ancora il diaframma si nota la forma poligonale, dovuta alle sole sei lamelle. Ad ogni modo la dimensione rimane sempre apprezzabile.
Possiamo definire la prestazione in questo campo come buona.


Coma
Le deformazioni sono di medio livello a tutta apertura, di basso livello a F5.6; successivamente scompaiono.


Distorsione
La distorsione risulta del tipo a cuscinetto, ma quasi nulla, irrilevante per qualsiasi genere praticato.


Flare
Gli artefatti prodotti dall’obiettivo sono piccoli, trasparenti e appaiono solo in situazioni difficili. Il problema più grave sono le velature, che quando appaiono azzerano il contrasto e distruggono l’immagine. Va detto che bisogna proprio andarle a cercare, in quanto nelle situazioni normali, anche le più estreme, l’obiettivo si comporta benissimo; in circostanze comuni risulta tutto sotto controllo, ad esempio il comportamento con le luci artificiali è ottimo.
In generale non ci sono particolari differenze variando l’apertura.
Il giudizio per questa sezione risulta sufficiente.


Focus breathing
L’obiettivo presenta una forte variazione di focale durante la messa a fuoco; consideratelo se intendete utilizzarlo per fare riprese video.


Sunstars
L’obiettivo produce sei raggi, che incominciano a vedersi chiaramente da F5.6. In generale hanno una buona dimensione, anche se non perfettamente definiti. In talune circostanze (specie con sorgenti luminose lontane) producono degli effetti gradevoli; un piccolo valore aggiunto.


Vignettatura
Come intuibile dalla natura compatta dell’obiettivo, la vignettatura è sempre presente. Non scompare mai, anche se a partire da F8 il suo impatto risulta contenuto, le correzioni richieste sono di basso livello. Alle aperture più ampie il calo di luce rimane comunque ad un livello medio, gestibile.


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CONCLUSIONI

Il Sigma 135mm F3.5 in prova è un obiettivo equilibrato, senza veri difetti. Presenta una costruzione solida (paraluce integrato a parte), un’ottima ergonomia e portabilità. Garantisce uno sfocato piacevole e una definizione più che sufficiente, utilizzabile senza problemi anche a tutta apertura. Essendo un tele molto compatto paga qualcosa in termini di vignettatura, ma niente di preoccupante. 
Come capitato per il Kiron 28mm F2.8, anche quest’ottica a prima vista può sembrare poco interessante, eppure risulta un’alternativa valida alle solite marche note. Se cercate l’eccellenza meglio guardare altrove, diversamente lo consigliamo senza riserve, specie se volete spendere poco.


PRO
- Bokeh piacevole
- Distorsione quasi nulla
- Praticità più che buona

CONTRO
- Nessuno


GIUDIZIO

Qualità costruttiva:   
Ergonomia:                 
Ottica:                         


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