Passa ai contenuti principali

Nostalgia analogica: redscale


Ciao a tutti!

Riprendiamo la nostra avventura analogica da dove l’avevamo interrotta; stavamo esaminando le possibilità artistiche offerte dai vari tipi di pellicole, cominciando da quelle scadute. Stavolta ne vedremo una davvero speciale, denominata redscale. Il nome dice già tutto, in quanto si tratta di una pellicola dove è presente una forte dominante rossa. Le immagini prodotte saranno pertanto totalmente snaturate rispetto alla realtà, nondimeno potranno avere una forte carica artistica, esaltando certi colori e situazioni di contrasto.



 

Come nasce una redscale


Quando abbiamo discusso dei vari tipi di pellicola, avevamo accennato brevemente a come è costituito un negativo a colori: tre strati di materiale sensibile (rosso, verde e blu) che si sovrappongono. La pellicola viene avvolta sul rocchetto in modo tale che, durante l’esposizione, la luce attraversi per primo lo strato blu, quindi il verde e infine il rosso. Una redscale è sostanzialmente un negativo a colori che è stato avvolto al contrario, con gli strati sensibili invertiti. In tal modo la luce incontra per prima lo strato rosso, e i colori vengono stravolti.
 
 

Fotografare in redscale

Per ottenere delle foto interessanti, bisogna considerare che non tutte le situazioni andranno bene con questa pellicola. C’è bisogno di molta luce affinché possa impressionarsi nel modo corretto; ciò dipende dallo strato di materiale antiriflesso, che nei normali negativi è sotto agli strati fotosensibili e non ostacola il passaggio della luce, mentre qui è sopra a tutto il resto. Parte della luce viene assorbita, causando un calo di sensibilità pari a circa 2 stop; una pellicola da 400 iso dovrà essere esposta quindi a 100 iso. Anche applicando questa compensazione, il rischio di sottoesporre è sempre in agguato, e in tutte le situazioni di dubbio sui valori di esposizione, molto meglio sovraesporre. Fatte queste premesse, appare ovvio che le giornate ideali sono quelle estive, soprattutto nelle ore centrali. Praticamente, le ore peggiori per fotografare sono quelle migliori per imprimere il soggetto su una redscale. Per essere certi di non avere foto sottoesposte, e anche per ottenere un effetto più artistico, alcuni appassionati fanno addirittura sviluppare la pellicola con un tempo prolungato (sovrasviluppo). Molti laboratori svolgono su richiesta questa operazione, che potrebbe essere una soluzione soprattutto utilizzando una fotocamera giocattolo, la quale non consente di regolare a puntino l’esposizione. In linea di massima dovrebbe andare bene un sovrasviluppo di uno stop.

Nella scelta del soggetto il redscale presenta alcune somiglianze con il bianco e nero: soggetti chiari molto illuminati su un fondo scuro vengono esaltati, mentre un’immagine senza forti contrasti tende a essere piatta. La redscale trasforma i colori chiari in tonalità che variano dal giallo fino al rosso scuro. Il cielo blu appare grigiastro mentre il verde scuro della vegetazione tende al nero. Dominanti più forti, con rossi intensi, le si ottiene sottoesponendo (per poi sovrasviluppare); se invece si sovraespone troppo, avremo colori più simili alla realtà, pur con una forte dominante.


Dove trovare le pellicole redscale


Sebbene sia possibile reperire rullini di questo tipo già pronti per l’uso, in genere i prezzi non saranno molto convenienti. Si tratta infatti di quantitativi limitati che vanno subito a ruba. Come possiamo procurarci quindi questo genere di pellicola? Qui il vecchio detto “chi fa da fa per tre” torna valido: dovremo armarci di pazienza e realizzare da soli il nostro negativo redscale. Sostanzialmente si tratta di srotolare dal suo rocchetto una pellicola negativa a colori, per poi riavvolgerla al contrario sullo stesso, il tutto ovviamente al buio completo. La procedura presenta alcune varianti a seconda del formato di pellicola: per il 120 ad esempio sarà necessario anche staccare lo strato di carta protettiva e riattaccarlo dal lato opposto, prima di poter riavvolgere il rullino, mentre per il 35mm l’operazione può venire svolta in diversi modi.
Per quest’ultimo formato è possibile realizzare la redscale tramite un sistema semplice e abbastanza rapido, a patto di procurarci qualche rocchetto vuoto, al quale sia rimasta attaccata la parte terminale della pellicola; i laboratori li buttano via dopo averli sviluppati e, se glieli chiedete, ve li regaleranno. Con questo metodo svolgeremo al buio soltanto una parte dell’operazione, e non ci servirà per forza una vera camera oscura, ma sarà sufficiente una changing bag o qualsiasi altra soluzione che ci consenta di tenere il materiale al buio. Avendo sperimentato io stesso questo sistema, ho realizzato un breve tutorial che sarà possibile scaricare al seguente link: 
 

Tutorial  pellicole redscale 35mm


 
 

Bene, abbiamo visto tutto il necessario per cominciare a dipingere il mondo con incredibili tonalità calde. Non mi resta che augurarvi buon divertimento!

Alessandro "Prof. BC" Agrati  @agratialessandro 

 

>> Link a tutti gli esperimenti <<

 

Commenti

Gli articoli più letti

A tu per tu - L'Ikonta Racconta

“L’Ikonta Racconta” è un canale YouTube che seguiamo da tempo. Fondato da Pasquale, il canale tratta di fotografia analogica e di argomenti correlati. Molto interessanti i video dove si utilizzano sul campo alcune fotocamere d'epoca, esplorando città, paesi abbandonati e altri luoghi interessanti.    Super Ikonta 6x6 (1954), Kentmere 100 tirata a 200 iso - © L'Ikonta Racconta Raccontaci di te e di come ti sei avvicinato alla fotografia. In realtà ho cominciato prestissimo ma non esattamente con la fotografia, bensì con le immagini in movimento. Avevo più o meno 5 anni quando mio padre, foto e video amatore anche lui, mise per la prima volta una videocamera sulle mie spalle (e all'epoca non erano certo le compatte attuali). La commistione di genere però era normalissima, e per me e per noi le immagini erano solo racconto e documentazione, anche di una semplice manifestazione di paese, di una sagra o di una processione. Fosse stata ripresa in fotografia oppure video non imp...

Sostituire le guarnizioni delle fotocamere analogiche

A tutti gli appassionati di fotografia a pellicola capita, prima o poi, di avere a che fare con un certo problema: le foto che si sono scattate, magari con grande attenzione e impegno, presentano degli aloni (i cosiddetti “light leaks” ), segno distintivo che all’interno della fotocamera si è infiltrata della luce. Non resta quindi che accettare la sfortuna di avere delle foto irrimediabilmente rovinate e portare la macchina da qualche esperto riparatore. In questo articolo vedremo però che sistemare le guarnizioni non è così difficile, a patto di avere un po’ di pazienza, tempo libero e alcuni materiali che potremo recuperare con poca spesa. Esempio di light leak ©Alessandro Agrati Innanzitutto va fatta una precisazione: non tutte le fotocamere analogiche hanno bisogno delle guarnizioni ; in certi modelli realizzati in plastica, lo sportellino del vano pellicola aderisce tanto bene al corpo, una volta chiuso, da non essercene bisogno. Prive di guarnizioni sono anche quelle macchine,...

Fotografia e cinema - Heat - La sfida (Heat)

Heat – La Sfida (Heat) è un film del 1995 scritto e diretto da Michael Mann . Direttore della fotografia: Dante Spinotti La trama vede contrapporsi le forze della legge, capitanate dal tenente Vincent Hanna (Al Pacino), e i rapinatori coordinati da Neil McCauley (Robert De Niro). Il sottofondo è quello di una Los Angeles fosca e buia come la notte. ©Regency Enterprises, Foward Pass, Warner Bros LINK ALLA GALLERIA DEI FOTOGRAMMI  Questo articolo è parte di una serie volta a riscoprire la fotografia nel cinema, se desiderate approfondire è presente un’introduzione esplicativa.   ©Regency Enterprises, Foward Pass, Warner Bros La scena del crimine: si nota come i protagonisti siano posizionati su diversi livelli, per aggiungere dinamismo. Il protagonista sembra quasi passare in secondo piano, nascosto dall’ombra e dal vestito scuro, tuttavia il volto emerge nettamente dall’oscurità. Una grossa colonna in cemento armato, alle sue spalle, ne sottolinea l’importanza. N...