Abbiamo conosciuto Tony Lamanna dopo aver visto il suo profilo Instagram. Tony scatta prevalentemente in analogico, utilizzando diverse fotocamere vintage e sperimentando vari formati di pellicole.
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© Tony Lamanna |
Ciao sono Tony, un giovine quarantanovenne; sono fotografo, video operatore e Musicista. Vivo a Marina di Massa nel nord della Toscana.
Ho iniziato a fotografare nei primi anni ’90, quando mi fu regalata dal mio babbo una Canon AE1 program, che ho ancora. Fotografavo gite, compleanni, concerti ecc...
Infatti, ho pochissime foto di me di quegli anni, perché ero sempre io dietro l'obiettivo. Le passioni per la fotografia e per la musica hanno assorbito tutte le mie energie e le mie finanze, e ad oggi nulla è cambiato 😊.
Anche il mio percorso di studi è sempre stato rivolto alla creatività; quando ho iniziato a frequentare l'Accademia di Belle Arti di Carrara ho capito che la passione per la fotografia sarebbe divenuta il mio lavoro e ad oggi sono al ventesimo anno di partita iva.
C’è un genere fotografico che preferisci? Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Non ho un vero e proprio genere preferito, passo dalla fotografia di luoghi abbandonati ai paesaggi marini invernali; dal teatro ai matrimoni; dalla street alla fotografia di cimiteri monumentali.
Tra i miei autori preferiti sicuramente Gianni Berengo Gardin, Luigi Ghirri, Letizia Battaglia, Lisetta Carmi, Cindy Sherman, Dorothea Lange, Vivian Maier, Jason Lee, Josef Koudelka, Andrej Tarkovskij, Sebastião Salgado, ma l'elenco potrebbe essere lunghissimo. Per un motivo o per un altro queste fotografe e fotografi mi emozionano.
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Come mai la scelta della pellicola come tuo principale supporto fotografico?
Ho scelto la pellicola perché, nella frenesia lavorativa dei fotografi odierni, vorrei cercare di rallentare, di prendermi quei 3 secondi in più prima di scattare ed essere più cauto e riflessivo. Questo non porta a non fare mai errori, ma sicuramente aiuta a farne meno.
Da alcuni anni offro la possibilità di realizzare servizi matrimoniali a pellicola, per cercare nel mio piccolo di dare un contributo alla valorizzazione dell’analogico anche in ambiti puramente commerciali.
Ho scelto la pellicola perché, nella frenesia lavorativa dei fotografi odierni, vorrei cercare di rallentare, di prendermi quei 3 secondi in più prima di scattare ed essere più cauto e riflessivo. Questo non porta a non fare mai errori, ma sicuramente aiuta a farne meno.
Da alcuni anni offro la possibilità di realizzare servizi matrimoniali a pellicola, per cercare nel mio piccolo di dare un contributo alla valorizzazione dell’analogico anche in ambiti puramente commerciali.
Guardando la tua galleria di immagini, abbiamo visto alternarsi foto a colori e in bianco e nero, pellicole nuove e scadute; qual è il filo conduttore in questa sperimentazione?
Utilizzare fotocamere vintage spesso porta anche alla creazione di un legame particolare tra il fotografo e il proprio strumento; nel tuo caso, c’è una fotocamera verso la quale nutri questo tipo di sentimento?
Quando devo realizzare un progetto, un lavoro o semplicemente esco a fotografare per conto mio, cerco di previsualizzare le foto che vorrei scattare; da lì decido se usare il colore o il bianco e nero, oppure se tentare la sorte con una pellicola scaduta.
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Utilizzare fotocamere vintage spesso porta anche alla creazione di un legame particolare tra il fotografo e il proprio strumento; nel tuo caso, c’è una fotocamera verso la quale nutri questo tipo di sentimento?
La mia prima fotocamera sicuramente è tra quelle a cui tengo di più; oltre a questa vi è anche la prima macchina che mi ha ritratto da bambino, e che ancora posseggo: la Lubitel 2. Poi la Holga 120, che mi ha portato a cercare una fotografia più creativa, ma sono legato anche alle macchine lasciatemi da Paolo, un caro amico che è venuto a mancare recentemente. Diciamo che hanno tutte una storia e quando scatto penso alle foto che ho realizzato negli anni con quelle macchine, ma anche a chi le ha avute prima di me.
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Di tutte le foto che hai scattato, quale preferisci? Parlaci della sua genesi.
La mia foto preferita l'ho scattata ad un pontile vicino casa mia in una giornata uggiosa, nel 2010, con la holga 120 ed una Kodak Portra 400 scaduta che mi avevano regalato.
Abitando vicino al mare, d'inverno faccio lunghe passeggiate solitarie sulla spiaggia deserta e qui ci sono i miei luoghi del cuore.
Le tue fotografie sono attualmente esposte in qualche mostra o lo sono state di recente?
Recentemente no, ma sto progettando varie cose. Per il momento, dal punto di vista espositivo sto seguendo l'organizzazione delle mostre della mia compagna Francesca Palagi.
Quali progetti intravedi nel futuro per la tua attività fotografica?
Come già anticipato, dal punto di vista lavorativo proporre l'analogico ai matrimoni e nella fotografia di teatro e concerti; per la parte creativa e di ricerca personale vorrei concentrarmi su di un genere di cui mi occupo troppo poco, ovvero il ritratto.
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Qual è il tuo rapporto con i social network? Pensi che siano utili a farti crescere come artista?
Io ho un buon rapporto con i social, salvo ovviamente utilizzarli in maniera ragionata, sia per le cose più leggere che per quelle serie.
Credo possano essere molto utili per rapportarsi con altri artisti o artiste e darci modo di vedere in che direzione sta andando il mondo della fotografia.
Ringraziamo Tony Lamanna per averci concesso l’intervista, se considerate i suoi lavori interessanti vi invitiamo a seguirlo/a tramite i suoi profili social.
Instagram: https://www.instagram.com/tony_lamanna_art_studio/
Youtube: https://www.youtube.com/@tonylamannaartstudio
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