Passa ai contenuti principali

Vintage Digitale – Canon Powershot SX130 IS


In questo episodio parliamo della Canon Powershot SX130IS, una compatta del 2010. Fa parte della serie “SX”, ovvero le superzoom della casa, nello specifico la sottoserie “1xx”. Quest’ultima identificava le più economiche, alimentate tramite batterie tipo AA (tranne la SX170IS, l’ultima) e con ingombri leggermente più rilevanti.

Questo articolo fa parte di un progetto volto a riscoprire la fotografia CCD, se desiderate approfondire è presente un’introduzione esplicativa.

SCHEDA TECNICA:

Sensore: 1/2.3” CCD (6.17 x 4.55 mm)
Megapixel: 12 (4000x3000 pixel)
Formato immagine: 4:3
Escursione focale: 28–336 mm (equivalente 35mm)
Apertura massima: F 3.4-5.6
Stabilizzazione ottica: Sì
Tempi di scatto: 15 S - 1/2500 S
Gamma ISO: 80-1600
Presenza controlli PASM: Sì
Formato RAW: No
Distanza minima messa a fuoco: 1 cm
Dimensioni schermo: 3 pollici
Risoluzione schermo: 230.000 dots
Schede di memoria compatibili: SD/SDHC/SDXC
Dimensioni: 113 x 73 x 46 mm
Peso: 308 g
Batterie: tipo AA (2)
 

L’esperimento di questa puntata si concentra su di una superzoom relativamente recente, con un sensore di grandezza ordinaria. La mia attenzione è stata catturata dalla sua risoluzione non eccessiva, dall’ottima escursione focale e dall’alimentazione con batterie tipo AA, sempre reperibili e di facile sostituzione. Per il resto mi sono concentrato su cosa si poteva ottenere di “serio”, sfidando i limiti tecnici. In primo luogo c’è da fare i conti con un obiettivo poco luminoso, combinato a un sensore CCD per il quale alzare gli ISO non è raccomandato, anche se a volte si rivela necessario in condizioni meteo non ideali. Va detto che la stabilizzazione ottica è eccezionale: sono riuscito a scattare a mano libera con tempo di 0,6 secondi ottenendo risultati discreti; questo compensa parzialmente la limitazione di cui prima.
Talvolta ci si scontra con colori sbiaditi, in occasione di controluce nemmeno troppo spinti. Insomma, pare chiaro che la Canon SX130IS non sia un mostro di qualità, bensì una compatta umile con tanta voglia di fare. L’approccio corretto quindi è di utilizzarla in modo ragionato, evitando di strafare. In condizioni di luce ideali infatti, i colori sono piacevoli (anche se non all’altezza delle migliori Canon) e le immagini contrastate. Il segreto è lasciare la sensibilità a 80 ISO, e magari utilizzare un piccolo treppiede all’occorrenza. I risultati ottenibili in tal modo sono discreti, anche nelle lunghe esposizioni notturne; aiutano in questo senso in controlli PASM, per impostare i parametri a piacimento. Per gli scatti a mano libera il consiglio è di usare la modalità A (priorità di apertura), e aprire il diaframma al massimo. Con un sensore così piccolo infatti, non ha alcun senso chiudere ulteriormente il diaframma, specie per un’ottica già di per sé poco luminosa; si incapperebbe solo nella diffrazione, ovvero in immagini meno definite.
Un’altra caratteristica simpatica delle compatte sono le inquadrature macro, qui possibili fino ad un centimetro di distanza. Non si avrà la qualità di un obiettivo dedicato, ma per qualche scatto divertente va benissimo. A dirla tutta, è molto meglio di buona parte delle fotocamere macro in uso sugli smartphone. Un altro aspetto spensierato insomma, che ben si addice allo spirito della SX130IS.
Nota dolente, scordatevi grandi sfocati con questo modello; ho tentato qualche esperimento in tal senso ma i risultati non sono stati lusinghieri. Bisogna spingere lo zoom al massimo (o quasi) per tirar fuori qualcosa, altrimenti si incappa nei soliti sfondi piatti. Quando poi lo sfocato appare non è una bellezza, abbastanza affollato, ma s’è visto di peggio.


LINK GALLERIA FOTOGRAFICA



E ora passiamo a qualche aspetto più tecnico prima delle considerazioni finali.
In quanto a qualità costruttiva, la fotocamera si presenta con un corpo quasi interamente in plastica. Niente di eccezionale insomma, tuttavia l’assemblaggio è curato senza scricchiolii. Il corpo appare piuttosto cicciotto e leggermente pesante, insomma non è certo la più tascabile. C’è una presa per le dita sul lato anteriore appena accennata, ma meglio di niente.
Utilizzare la Canon SX130IS risulta intuitivo, tutte le cose sono al loro posto, il menu della marca è facile e immediato. È presente la modalità manuale, non male considerata la natura economica del prodotto. Presente anche un utile pulsante ISO sulla ghiera di controllo, e uno dedicato per compensare l’esposizione. La ghiera invece risulta scomoda e scivolosa nell’uso; capita di metterci molto nel ruotarla, oppure di selezionare involontariamente altro. Comodo l’istogramma in dotazione, peccato lo si possa consultare sono a foto acquisita. Lo schermo, per quanto non molto definito, è utilizzabile in esterno anche con luce intensa.
Le prestazioni sono in generale buone, il sistema non è una scheggia ma nemmeno presenta tempi di attesa biblici. La messa a fuoco è nella media, abbastanza veloce con qualche difficoltà in carenza di luce. L’obiettivo è di buona qualità: non tanto quanto i pregevoli di qualche anno prima, ma decisamente superiore ai fondi di bottiglia appena successivi. Persino a 28mm la nitidezza è discreta, con solo un leggero decadimento agli angoli; a tutta estensione calano appena contrasto e definizione, ma niente di grave. Ho catturato un’immagine del monte Rosa da una distanza di circa 90km con apprezzabili risultati!
La qualità d’immagine è discreta, sopra la media per un sensore tradizionale da 1/2.3”, grazie ai non eccessivi 12 megapixel. Certo, il rumore è sempre presente, anche a 80 ISO nelle zone d’ombra. La massima sensibilità utilizzabile risulta 400 ISO, a patto di accettare un leggero decadimento dei colori. Le aberrazioni cromatiche sono sempre presenti, ma mai eccessive, possono essere corrette con relativa facilità.


CONCLUSIONI

Cosa possiamo dire di questa Canon Powershot SX130 IS? Il prodotto è onesto, non costava molto allora e neppure oggi. Non presenta particolari pregi e difetti, risulta equilibrata e adatta a chi vuole sperimentare senza svenarsi. A dirla tutta, è anche meglio di tante compatte recenti (con medesima dimensione di sensore, s’intende) da 16-20 megapixel, le quali hanno definizione zero. Non avete soldi e volete qualcosa che acquisisca foto? L’avete trovata!

PS piccolo consiglio: come la maggior parte delle compatte Canon alimentate ad alkaline, anche questa soffre di un errore software, che vede le batterie scariche anche quando non lo sono. Ci sono mille soluzioni diverse su internet, le quali però sembrano non funzionare. Vi dico la mia: usate le Panasonic ricaricabili giapponesi (intendo letteralmente made in Japan) e non avrete più problemi.

Paolo Marucco @135landscape

>> Link a tutti gli esperimenti <<


Commenti

Gli articoli più letti

7Artisans 50mm F 1.8 AF - Recensione

QUALITA’ COSTRUTTIVA ll 7Artisans 50mm F 1.8 a primo impatto presenta una costruzione solida, interamente di metallo. Di questo materiale infatti sono costituiti il corpo principale, la filettatura dei filtri e le ghiere. L’obiettivo risulta solido e ben assemblato, con giochi minimi; assenti viti a vista. Analizzando tuttavia i dettagli emergono dei punti deboli. Innanzitutto quando si aziona la ghiera dei diaframmi si avverte un leggero rumore; niente di grave, ma la sensazione di qualità viene meno. L’aspetto più critico riguarda il tasto selettore della modalità AF/MF: questo risulta costituito da una plastica scadente, poco piacevole al tatto. Il vero guaio è che risulta assemblato male, per cui si aziona come niente; basta sfiorarlo per cambiare involontariamente la modalità di messa a fuoco. Un dettaglio inaccettabile che rovina l’insieme, contrastante con la solidità generale dell’obiettivo. E’ presente la porta usb-c sul lato dell’innesto per gli aggiornamenti firmware. ER...

Vintage Digitale – Olympus XZ-1

In questo episodio parliamo della Olympus XZ-1, una compatta del 2011. Fa parte della nota serie “XZ”, ovvero le compatte premium (a dimensioni contenute) della casa. Questo articolo fa parte di un progetto volto a riscoprire la fotografia CCD, se desiderate approfondire è presente  un’introduzione  esplicativa.    SCHEDA TECNICA: Sensore: 1/1.63” CCD (8.07 x 5.56 mm) Megapixel: 10 (3648x2736 pixel) Formato immagine: 4:3 Escursione focale: 28–112 mm (equivalente 35mm) Apertura massima: F 1.8-2.5 Stabilizzazione ottica: Sì Tempi di scatto: 60 S - 1/1200 S Gamma ISO: 100-6400 Presenza controlli PASM: Sì Formato RAW: Sì Distanza minima messa a fuoco: 1 cm Dimensioni schermo: 3 pollici Risoluzione schermo: 614.000 dots Schede di memoria compatibili: SD/SDHC/SDXC Dimensioni: 111 x 65 x 42 mm Peso: 275 g Batterie: al litio L’esperimento di questa puntata si concentra su di una compatta premium, con un sensore più grande della media per le fotocamere dell...

Fotografia e cinema - Il posto delle fragole (Smultronstället)

Il posto delle fragole (Smultronstället) è un film del 1957 scritto e diretto dal celeberrimo regista Ingmar Bergman . Direttore della fotografia:  Gunnar Fischer La storia narra del professor Isak Borg, stimato medico, che deve recarsi a Lund  per ricevere un prestigioso premio accademico. Durante il percorso, l’anziano professore rivive -consciamente e non- tutta la sua vita, soffermandosi sulle scelte e sugli episodi più rilevanti. © Svensk Filmindustri LINK ALLA GALLERIA DEI FOTOGRAMMI Questo articolo è parte di una serie volta a riscoprire la fotografia nel cinema, se desiderate approfondire è presente un’introduzione esplicativa.    © Svensk Filmindustri Nella scena d’apertura notiamo subito un’inquadratura impeccabile, rigorosa. Tutto ricorda un ambiente solenne, rispettabile: i tappeti, l’arredo, e il grosso alano sdraiato. La luce contribuisce tramite una leggera sottoesposizione e un contrasto mediamente marcato. © Svensk Filmindustri Primo sogno: il pr...