Passa ai contenuti principali

L'importanza della stampa

Che sia digitale o analogico, qualunque fotoamatore spera un giorno di vedere le proprie foto esposte in una mostra, collettiva o, meglio ancora, personale e magari di poter vendere qualche sua opera.
Se i social sono ottimi per veicolare in tutto il mondo i nostri lavori, non c’è maggior soddisfazione che vedere le proprie opere sulle pareti di una galleria e sentire, dal vivo, i commenti di chi le ammira.
Se la nostra aspirazione è questa, non possiamo però esimerci dal compiere una cosa fondamentale: una volta scattate le foto, sviluppati i rulli e/o post prodotti i file, bisogna stampare. 

 


Per arrivare al prodotto finito, il percorso da seguire potrà essere differente a seconda del tipo di fotografia che pratichiamo: analogica o digitale. Se per quanto riguarda il digitale, non ci sono dubbi che la stampa sarà anch’essa digitale, per l’analogico va fatto un discorso diverso. In questo campo, infatti, si confrontano due scuole di pensiero; da una parte vi sono i “puristi”, secondo i quali tutto il procedimento, dalla ripresa allo sviluppo fino alla stampa deve avvenire secondo metodi tradizionali; per la stampa quindi si dovrà usare l’ingranditore. Il più delle volte questi puristi sono fotografi che hanno una propria camera oscura e i risultati che otterranno saranno sempre al meglio della loro esperienza.
Poi ci sono quelli che invece non si fanno problemi a integrare analogico e digitale: sviluppato il rullo, lo scansioneranno e si affideranno ad un laboratorio per la stampa.
Non volendo entrare in questa diatriba su cosa sia meglio, che dura dall’avvento del digitale e dalla quale non se ne esce, vorrei fare alcune considerazioni valide per chi le foto le fa stampare da altri.


Parlando di stampa in laboratorio, assistiamo a qualcosa di paradossale: se per acquistare le attrezzature fotografiche, sia analogiche che digitali, molti appassionati sono disposti a spendere cifre anche di migliaia di euro per accaparrarsi il modello più performante o quello più iconico, non sempre hanno la stessa propensione ad allentare i cordoni della borsa quando si tratta di spendere per la stampa.
Sia chiaro: non c’è niente di sbagliato nel desiderare le migliori attrezzature e nell’acquistarle, magari a fronte di vari sacrifici. Tuttavia, non si può fare questo per poi non dare il giusto peso a qualcosa di molto più fondamentale.
Spesso, per risparmiare, si affidano i propri file a servizi di stampa online, a volte senza possibilità di un controllo sul prodotto finito.
È vero, la maggior parte di questi laboratori stampano in maniera egregia e con costi inferiori; quando non vogliamo però soltanto una foto formato cartolina, da mettere nell’album, ma abbiamo l’esigenza di valorizzare al meglio il nostro lavoro da incorniciare o esporre, questi servizi di stampa non sono la scelta migliore.


È sempre meglio scegliere un laboratorio o uno stampatore con il quale è possibile interloquire e controllare di persona la stampa finale. Poter essere presenti in laboratorio o poter avere un contatto diretto con lo stampatore, farà si che questi impari a conoscervi quindi potrà consigliarvi sulle carte migliori da usare per quel dato lavoro, correggere qualche eventuale imperfezione senza alterare la foto che deve sempre rispecchiare le intenzioni del fotografo.
Userà sempre carte fine art e museali; al termine certificherà con un proprio timbro la qualità della stampa e saremo sicuri che per un lavoro perfetto non si sarà risparmiato. Una certificazione vuol dire far girare il proprio nome, quindi possibilità di nuovi clienti che saranno sicuri della qualità del prodotto.
Certo, lo svantaggio sarà un prezzo maggiore, a volte non di poco, rispetto alle stampe fatte in automatico. Ma non dobbiamo mica far stampare ogni nostro scatto! sceglieremo soltanto i migliori e cercheremo di presentare queste foto nella miglior veste possibile.


Non dimentichiamo, come purtroppo succede, che la stampa è un passaggio fondamentale alla quale bisogna riservare la massima cura. Troppo spesso avviene che, grazie alle possibilità del digitale, si abbiano archivi di diverse centinaia (o migliaia) di immagini sul proprio computer; magari tra queste vi sono anche belle fotografie, che purtroppo non verranno mai stampate e finiranno dimenticate tra le altre.
Volendo concludere il discorso, è meglio privilegiare la qualità della stampa su quella dell’attrezzatura che non l’opposto. Quando i vostri lavori verranno sottoposti al giudizio altrui, non verranno valutati per l’attrezzatura con cui sono stati realizzati ma per l’emozione che i vostri scatti riusciranno a suscitare negli spettatori, e sarà la stampa finale che guarderanno e, se avrete fortuna, acquisteranno.

Gianfranco Lunardo @gianfrancolunardo

 

>> Link elenco Reflexioni <<


Commenti

Gli articoli più letti

A tu per tu - L'Ikonta Racconta

“L’Ikonta Racconta” è un canale YouTube che seguiamo da tempo. Fondato da Pasquale, il canale tratta di fotografia analogica e di argomenti correlati. Molto interessanti i video dove si utilizzano sul campo alcune fotocamere d'epoca, esplorando città, paesi abbandonati e altri luoghi interessanti.    Super Ikonta 6x6 (1954), Kentmere 100 tirata a 200 iso - © L'Ikonta Racconta Raccontaci di te e di come ti sei avvicinato alla fotografia. In realtà ho cominciato prestissimo ma non esattamente con la fotografia, bensì con le immagini in movimento. Avevo più o meno 5 anni quando mio padre, foto e video amatore anche lui, mise per la prima volta una videocamera sulle mie spalle (e all'epoca non erano certo le compatte attuali). La commistione di genere però era normalissima, e per me e per noi le immagini erano solo racconto e documentazione, anche di una semplice manifestazione di paese, di una sagra o di una processione. Fosse stata ripresa in fotografia oppure video non imp...

Fotografia e cinema - Heat - La sfida (Heat)

Heat – La Sfida (Heat) è un film del 1995 scritto e diretto da Michael Mann . Direttore della fotografia: Dante Spinotti La trama vede contrapporsi le forze della legge, capitanate dal tenente Vincent Hanna (Al Pacino), e i rapinatori coordinati da Neil McCauley (Robert De Niro). Il sottofondo è quello di una Los Angeles fosca e buia come la notte. ©Regency Enterprises, Foward Pass, Warner Bros LINK ALLA GALLERIA DEI FOTOGRAMMI  Questo articolo è parte di una serie volta a riscoprire la fotografia nel cinema, se desiderate approfondire è presente un’introduzione esplicativa.   ©Regency Enterprises, Foward Pass, Warner Bros La scena del crimine: si nota come i protagonisti siano posizionati su diversi livelli, per aggiungere dinamismo. Il protagonista sembra quasi passare in secondo piano, nascosto dall’ombra e dal vestito scuro, tuttavia il volto emerge nettamente dall’oscurità. Una grossa colonna in cemento armato, alle sue spalle, ne sottolinea l’importanza. N...

Reto Ultra Wide & Slim - Recensione

La Reto Ultra Wide & Slim è una toy camera per pellicola 35mm (formato 36x24) prodotta dall’azienda Sunpet Industries Limited di Hong Kong. Col marchio Reto è stata prodotta a partire dal 2022 e dovrebbe, per quanto ne sappiamo, essere ancora in produzione. Si tratta ad ogni modo di una macchina già apparsa sul mercato negli anni ‘90 come Vivitar Ultra Wide & Slim e, negli anni 2000, sotto altri marchi meno conosciuti.    DATI TECNICI  Tipo: toy camera 35mm (36x24) Peso: gr. 69 Misure: 100x59x28 mm Gamma tempi: 1/125 Aperture: F 11  Lunghezza focale: 22mm Flash integrato: no     QUALITA' COSTRUTTIVA  La fotocamera protagonista di questo articolo è una vera e propria macchina giocattolo, realizzata totalmente in plastica se si esclude il meccanismo dell’otturatore. Anche l’obiettivo è composto da due lenti in plastica. In generale la qualità del materiale è scarsa, certe parti, come la manovella di riavvolgimento, appaiono particolarmente f...