Passa ai contenuti principali

A tu per tu - Simone Galli

Abbiamo conosciuto Simone Galli tramite il suo profilo Instagram. Simone fotografa prevalentemente gli animali selvatici e l’ambiente in cui essi vivono. Nei suoi scatti cerca di valorizzarli grazie alla scelta delle condizioni di luce ideali. 



Raccontaci di te e di come ti sei avvicinato alla fotografia
 
Ciao sono Simone, nato e cresciuto in una delle città più belle del mondo, Roma.
La mia passione per la fotografia nasce molto presto, negli ultimi anni delle elementari; in questo periodo, le frequenti “gite” mi permettevano di scorrazzare per la città e i suoi dintorni, tra parchi e musei. Da qui, la forte voglia di immortalare il bello intorno a me
Crescendo ho appreso che la mia passione é frutto dell’essere un po’ nostalgico, mi é sempre piaciuto tenere traccia di come ero e della strada che ho fatto, così da vedere i miei progressi nel tempo.
Credo che il passare degli anni possa “sbiadire” i nostri ricordi, mentre uno scatto resta lì, intatto, permettendomi di far riaffiorare emozioni. 

 


 
C’è un genere fotografico che preferisci? Quali sono i tuoi autori di rifermento?
 
Do la giusta importanza ad ogni genere, ma quello che mi fa sentire più a mio agio é la fotografia naturalistica, essere immerso nel silenzio della foresta, dopo giorni passati nel caos cittadino.
Morten Hilmer ha sicuramente influenzato la mia fotografia, anche lui predilige fauna e paesaggistica, offre una prospettiva diversa dalla vita di tutti i giorni, spinge a prendersi un momento per fermarsi ad osservare le meraviglie che il pianeta terra offre.

Abbiamo notato che solo di recente hai cominciato ad occuparti di fotografia naturalistica, peraltro con ottimi risultati. Da cosa è nata questa tua passione?

Per molto tempo ho sperimentato diversi tipi di fotografia, per capire quale fosse più stimolante. La fotografia naturalistica rappresenta l’opposto di quello che ho sempre fotografato, ambienti urbani e civilizzati, forse per questo motivo che ne sono più attratto.



Osservando la galleria appare come tu preferisca ritrarre la fauna da una prospettiva più intima, e (quando possibile considerate le dimensioni dell’animale) scelga di privilegiarne il volto. Raccontaci di questa tua firma artistica.

Molto spesso gli animali selvatici offro sguardi unici ed intensi, per certi versi espressivi quanto quelli umani. Ritrarli da molto vicino permette di cogliere ogni dettaglio, e di trasmettere più emozioni a chi le guarda.

Che tipo di attrezzatura utilizzi solitamente per fotografare? Utilizzi qualche tecnica particolare?

Per i miei scatti utilizzo un teleobiettivo da 500mm a volte accompagnato da un Teleconverter 2x, il corpo macchina é una mirrorless full frame.
Cerco sempre di catture i miei soggetti frontalmente o di profilo, rimanendo sotto la linea degli occhi, così da avere lo sfondo sfocato ed isolare meglio il soggetto.
Essendo animali selvatici, per avere immagini senza mosso, prediligo un otturatore molto veloce. L’editing è sempre abbastanza leggero, molto simile al file RAW, accentuo i punti di luce e cerco di rimanere fedele con colori e contrasti, ma non altero mai il soggetto.




Di tutte le foto che hai scattato, quale preferisci? Parlaci della sua genesi.

Ad oggi lo scatto che più preferisco é quello della volpe di profilo, scattata in Abruzzo a novembre 2024. Forse uno dei miei scatti migliori, ma cosa più importante, ha un significato.
Tanti anni prima, più o meno 14/15, a circa 1km da dove la foto é stata scattata vidi per la prima volta una volpe selvatica, e ne rimasi affascinato. Mi piace pensare che la volpe ritratta possa essere legata a quella del mio primo incontro, magari “un discendente”.

Quali progetti intravedi nel futuro per la tua attività fotografica?

Credo che resterà un grande svago, temo di rovinare la “magia” che ha su di me se cercassi di trasformarla in una fonte di guadagno. 




Qual è il tuo rapporto con i social network? Pensi che siano utili a farti crescere come artista?

Diciamo che non sono mai stato un gran fan dei social, li ho sempre usati poco, credo che diano una visione abbastanza distorta della realtá. Possono aiutarti con la visibilità, ma non influenzano in maniera diretta la crescita come fotografo.
Molte cose si imparano studiando ed esercitandosi sul campo, e non davanti uno schermo. Ad oggi li uso molto di più, principalmente per tenermi in contatto e scambiare pareri con amici fotografi. 
 


Ringraziamo Simone per averci concesso l’intervista, se considerate i suoi lavori interessanti vi invitiamo a seguirlo/a tramite i suoi profili social.

Instagram: @simone9968


>> Link a tutte le interviste <<


Commenti

Gli articoli più letti

Fotocamere da esibire

In questo articolo vorrei affrontare un fenomeno curioso, del quale si parla poco ma che, ne sono certo, tutti conoscono: l’utilizzo della fotocamera come accessorio da esibire per attirare l’attenzione degli altri. Foto di zero take su Unsplash Ad essere onesti, non tutte le fotocamere si prestano egualmente ad assumere tale ruolo: le più gettonate sono indubbiamente le Leica a telemetro (analogiche o digitali), o le mirrorless che vi somigliano; linee pulite e nette senza antiestetiche impugnature a "L" le rendono particolarmente belle da vedere. Ma la stessa cosa avviene, per esempio, con svariate fotocamere vintage, spesso utilizzate come accessori per composizioni o ritratti. Dicevamo, quando si ha a che fare con una fotocamera "bella", l'attenzione ne è indubbiamente attratta. Migliaia di immagini che scorrono sui social ci mostrano persone nell’atto di utilizzare una fotocamera, magari scattandosi il classico autoritratto nello specchio, o sempli...

Fotografia e cinema - Mission (The mission)

Mission è un film del 1986 scritto da Robert Bolt e diretto da Roland Joffé Direttore della fotografia: Chris Menges Trama: sud America, 1750. I missionari gesuiti guidati da padre Gabriel (Jeremy Irons) proseguono nell’opera di evangelizzazione delle tribù indigene Guaranì, ostacolati nell’opera dal trafficante di schiavi Rodrigo Mendoza (Robert De Niro), dagli imperi di Spagna e Portogallo, nonché dalla stessa Chiesa cattolica. ©Goldcrest Films Breve excursus: l’opera qui trattata ha vinto il premio oscar per la fotografia, e la palma d'oro al 39º Festival di Cannes. Tuttavia è più nota per la stupenda colonna sonora, opera del maestro Ennio Morricone. Per gradire vi lascio il collegamento a una sua magistrale esecuzione , assieme all’Orchestra della Radio di Monaco (Münchner Rundfunkorchester).   LINK  ALLA GALLERIA DEI FOTOGRAMMI  Questo articolo è parte di una serie volta a riscoprire la fotografia nel cinema, se desiderate approfondire è presente un’introdu...

A tu per tu - Domenico Pescosolido

Abbiamo conosciuto Domenico Pescosolido tramite il suo canale YouTube. Domenico, che per diverso tempo ha lavorato come fotografo, attualmente si occupa di fotografia analogica, pubblicando video dedicati alle fotocamere e alle tecniche di sviluppo e stampa. Non mancano gli approfondimenti sul lavoro di altri fotografi, interviste e dirette in collaborazione con altri Youtubers. Raccontaci di te e di come ti sei avvicinato alla fotografia. Mi avvicinai alla fotografia da giovanissimo, come capitava a molti sul finire degli anni ‘70. Mi regalarono una macchina fotografica per la Cresima e da lì fu letteralmente amore a prima vista. Quella piccola fotocamera divenne il mio compagno inseparabile: iniziai a scattare moltissimo, esplorando ogni angolo della mia quotidianità, e ben presto iniziai a desiderare ardentemente una reflex, che riuscii a permettermi qualche anno più tardi. Erano gli anni delle sperimentazioni giovanili e dei lavori inconsapevoli che, pur nella loro ingenuità, non...