In questo episodio parliamo della Nikon P7100, una fotocamera del 2011. Fa parte della serie “P7xxx”, ovvero le compatte premium della casa.
Questo articolo fa parte di un progetto volto a riscoprire la fotografia CCD, se desiderate approfondire è presente un’introduzione esplicativa.
SCHEDA TECNICA:
Sensore: 1/1.7” CCD (7.44 x 5.58 mm)
Megapixel: 10 (3648x2736 pixel)
Formato immagine: 4:3
Escursione focale: 28–200 mm (equivalente 35mm)
Apertura massima: F 2.8 – F 5.6
Stabilizzazione ottica: Sì
Tempi di scatto: 60 S - 1/4000 S
Gamma ISO: 100-3200
Presenza controlli PASM: Sì
Formato RAW: Sì
Distanza minima messa a fuoco: 2 cm
Dimensioni schermo: 3 pollici
Risoluzione schermo: 921.000 dots
Mirino ottico: Sì (copertura inquadratura 80%)
Schede di memoria compatibili: SD/SDHC/SDXC
Dimensioni: 116 x 77 x 48 mm
Peso: 395 g
Batteria: al litio
L’esperimento di questa puntata si concentra su di una compatta premium, con un sensore di grandezza superiore alla media. La mia attenzione è stata catturata dall’abbondanza di controlli manuali e dall’ottima escursione focale dell’obiettivo, capace di arrivare ai 200mm, unita alla risoluzione non eccessiva di dieci megapixel. In effetti girando con la P7100 al collo, gli scatti a mano libera sono risultati piuttosto facili, merito dell’ottima stabilizzazione ottica; è difficile perdere qualche scatto a causa del mosso. Va da sé che con un tele così potente si catturano facilmente dettagli lontani, sconosciuti alle più comuni compatte, mantenendo però una qualità premium.
I colori ottenuti scattando in jpeg sono buoni, le immagini appaiono realistiche dal punto di vista cromatico, pur con una leggera incostanza nella tinta. Lavorando invece i RAW si è limitati dall’assenza di un profilo incorporato, bisogna infatti accontentarsi di Adobe, il quale comunque non impedisce risultati altrettanto buoni. Va detto però che è presente il profilo dell’obiettivo, per cui la distorsione viene corretta in automatico. I colori risultano in generale poco saturi, naturali, e tendono a sbiadire solo alzando notevolmente gli ISO.
Sono presenti tutti i controlli manuali, quindi risulta facile impostare i parametri a piacimento. Va da sé che per ottenere i migliori risultati è meglio scattare in RAW: per quanto i jpeg non siano male, la migliore definizione la si ottiene elaborando i file tramite software. Specialmente in ambito paesaggistico, la differenza di dettaglio tra l’immagine jpeg e l’elaborazione risulta evidente.
Un’altra caratteristica simpatica è la possibilità di fare inquadrature macro, qui possibili fino a due centimetri di distanza. Non si avrà la qualità di un obiettivo dedicato, ma per qualche scatto improvvisato va bene. Purtroppo la messa a fuoco in questa modalità è difficoltosa, bisogna tentare più volte per ottenere i risultati desiderati.
Per quanto riguarda lo sfocato nonostante la lunga focale risulta difficile ottenere una separazione degna di nota; lo sfondo appare quasi sempre piatto, senza carattere, persino a cortissime distanze.
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E ora passiamo a qualche aspetto più tecnico prima delle considerazioni finali.
In quanto a qualità costruttiva, la fotocamera si presenta con un corpo generoso quasi interamente in metallo, robusto e pieno di comandi e ghiere; lo spazio per i comandi fisici infatti non manca di certo. Presente una buona presa in gomma sul lato anteriore, che garantisce stabilità durante gli scatti.
Quest’abbondanza di controlli fisici però non si traduce in un’ottima esperienza di utilizzo: infatti ci sono diversi comandi che si alternano tra pulsanti e ghiere varie, confondendo anche i fotografi più esperti. Paradossalmente, una configurazione più semplice sarebbe stata preferibile; ad ogni modo se siete degli amanti del controllo quasi totale, questa interfaccia può fare al caso vostro. Solo pareri positivi invece per lo schermo inclinabile, sia verso l’alto che verso il basso di circa 90 gradi, una comodità in più. Appare ben visibile e presenta un’ottima risoluzione per l’epoca; tra le varie informazioni mostrabili, è presente l’istogramma per valutare l’esposizione, sfruttabile in tempo reale.
Il mirino ottico aiuta in situazioni di forte contrasto, per focalizzarsi meglio sul soggetto; tuttavia va inteso come strumento di emergenza, considerata la percentuale dell’inquadratura reale visualizzata (80%).
Le prestazioni del sistema sono accettabili, non si tratta della fotocamera con la più breve risposta ai comandi. La messa a fuoco risulta sufficiente, senza particolari impuntamenti; il comportamento non cambia al calare della luce.
Piacevole come accennato prima la lavorazione dei RAW, che sono una sorpresa. Si presentano estremamente malleabili: persino in situazioni di contrasto estremo senza sforzi si recuperano le ombre e senza grosse penalità in termini di rumore. Un risultato straordinario se si pensa alle dimensioni del sensore.
L’obiettivo è di qualità: molto nitido fino ai 70mm (equivalenti), successivamente cala un pochino soprattutto ai bordi ma mantiene un’ottima definizione, anche a 200mm.
Il rumore è ben controllato, e appare evidente solo in contesti critici. La massima sensibilità utilizzabile risulta 1600 ISO; è possibile salire a 3200 senza troppi problemi ma il rumore diventa importante. In tutti i casi meglio evitare le inquadrature molto buie, perché possono azzerare i colori. Va detto che tramite l’elaborazione raw questi vengono mantenuti con molto più successo rispetto all’originale jpeg.
Le aberrazioni cromatiche appaiono esclusivamente nelle situazioni estreme, e possono essere corrette quasi sempre.
CONCLUSIONI
In definitiva la Nikon P7100 è un buon prodotto, ben costruito, che fornisce immagini di qualità eccellente; pensato insomma per i fotoamatori più esperti. Quest’ultimo aspetto però colloca la fotocamera in una nicchia ben specifica: difficilmente verrebbe apprezzata da appassionati alle prime armi, i quali preferiscono un’interfaccia più immediata. Anche le dimensioni generose possono essere un freno, in quanto risulta impossibile infilarla in tasca; non dimentichiamo poi le prestazioni leggermente sottotono che guastano il quadro generale.
Per concludere la vedo come un accessorio di nicchia, forse più appetibile per i collezionisti.
Paolo Marucco @135landscape
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