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Soligor 100mm f3.5 macro su tubi di prolunga (allungamento=20mm; dimensioni francobollo 25x30mm) |
I tubi di prolunga
Decisamente più apprezzati dagli
appassionati di macrofotografia rispetto alle lenti diottriche, i tubi
di prolunga sono semplici anelli di metallo da montare fra corpo
macchina e obiettivo.
Allontanando
l’ottica dal sensore, ne riducono le distanze minima e massima entro
cui sarà in grado di focheggiare; si perde quindi la messa a fuoco
all’infinito, ma ci si può avvicinare di più al soggetto. Troviamo in
commercio dei set composti da tre o quattro anelli di diverso spessore,
utilizzabili singolarmente oppure innestandoli uno sull’altro. Per gli
attuali obiettivi elettronici è necessario munirsi di tubi compatibili
dotati degli appositi contatti, altrimenti verrebbe meno la trasmissione
di dati tra corpo macchina e ottica. A tal proposito le maggiori case
costruttrici di fotocamere producono anche tubi di prolunga “di marca”,
che teoricamente dovrebbero garantire il migliore funzionamento degli
automatismi (in particolare dell’autofocus); il loro prezzo però è
significativamente più elevato rispetto a quelli di marca sconosciuta
che si trovano in vendita per pochi spiccioli.
L’efficacia dei tubi di prolunga nell’ingrandire il soggetto, nonchè la qualità delle immagini prodotte, sono strettamente correlate alle caratteristiche dell’obiettivo col quale li utilizzeremo. Senza complicare troppo il discorso, dirò che in questo ambito sarà possibile assistere a prestazioni infime da parte di ottiche blasonate nonché a inaspettate rivincite di quelle più umili. Entrano in scena il tipo di schema ottico dell’obiettivo e il numero di lenti che lo compongono; in generale le ottiche a focale fissa, composte da pochi elementi, rendono meglio di quelle più complesse, come gli zoom. Vi avverto però che questo è un discorso MOLTO generico e che vi sono numerose eccezioni. Per questa tecnica molti appassionati (io sono fra questi) adoperano obiettivi vintage ottenendo risultati interessanti.
In teoria, per raggiungere il rapporto d’ingrandimento standard 1:1 è necessario un allungamento pari alla lunghezza focale dell’obiettivo; pertanto un obiettivo da 50mm dovrà essere montato su un tubo (o un insieme di tubi) lungo 50 millimetri. Nella realtà entrano in gioco anche altri fattori, ma questo principio chiarisce che le ottiche migliori per tale utilizzo avranno focali non troppo lunghe. Gli obiettivi che hanno già una certa capacità di mettere a fuoco da vicino sono i candidati ideali per i tubi di prolunga: basterà infatti un minimo allungamento per raggiungere rapporti d'ingrandimento interessanti.
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Carl Zeiss Jena Tessar 50mm F 2.8 su tubi di prolunga (allungamento=25mm; diametro moneta 20mm) |
L’efficacia dei tubi di prolunga nell’ingrandire il soggetto, nonchè la qualità delle immagini prodotte, sono strettamente correlate alle caratteristiche dell’obiettivo col quale li utilizzeremo. Senza complicare troppo il discorso, dirò che in questo ambito sarà possibile assistere a prestazioni infime da parte di ottiche blasonate nonché a inaspettate rivincite di quelle più umili. Entrano in scena il tipo di schema ottico dell’obiettivo e il numero di lenti che lo compongono; in generale le ottiche a focale fissa, composte da pochi elementi, rendono meglio di quelle più complesse, come gli zoom. Vi avverto però che questo è un discorso MOLTO generico e che vi sono numerose eccezioni. Per questa tecnica molti appassionati (io sono fra questi) adoperano obiettivi vintage ottenendo risultati interessanti.
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Canon FD 50mm f 1.4 SSC su tubi di prolunga (allungamento=30mm; diametro moneta 24mm) |
In teoria, per raggiungere il rapporto d’ingrandimento standard 1:1 è necessario un allungamento pari alla lunghezza focale dell’obiettivo; pertanto un obiettivo da 50mm dovrà essere montato su un tubo (o un insieme di tubi) lungo 50 millimetri. Nella realtà entrano in gioco anche altri fattori, ma questo principio chiarisce che le ottiche migliori per tale utilizzo avranno focali non troppo lunghe. Gli obiettivi che hanno già una certa capacità di mettere a fuoco da vicino sono i candidati ideali per i tubi di prolunga: basterà infatti un minimo allungamento per raggiungere rapporti d'ingrandimento interessanti.
Il
montaggio di troppi tubi di prolunga, oltre a essere scomodo, comporta degli effetti negativi: vi è infatti un calo di luminosità sempre più
forte all’aumentare dell’allungamento, arrivando infine a fenomeni di
diffrazione che possono togliere nitidezza all’immagine. Se non
esageriamo con l’allungamento e scegliamo bene l’obiettivo, la qualità
dell’immagine non sfigurerà più di tanto al confronto con un'ottica
macro.
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Carl Zeiss Jena Tessar 50mm F 2.8 su tubi di prolunga (allungamento=25mm; dimensioni francobollo 24x29mm) |
L’ottica
montata sui tubi può mettere a fuoco solo a distanze corte e se
volessimo uscire a fare la solita scampagnata, condita da qualche foto,
ci troveremo decisamente limitati: volendo fotografare delle vedute
saremmo infatti costretti a togliere e rimettere l’obiettivo dopo aver
smontato i tubi. Bisogna poi aggiungere che inserendo una prolunga tra
il corpo macchina e l’obiettivo diventano necessari tempi di scatto più
brevi per evitare il mosso. Ecco perché mi sento di consigliare i tubi
di prolunga unicamente per fotografare “in studio”, dove i loro
svantaggi vengono annullati: soggetti fermi illuminati a dovere e
macchina sul cavalletto. Per la riproduzione di negativi o per
fotografie di collezioni numismatico/filateliche i tubi sono decisamente
meglio delle lenti close-up. In un certo senso questi due strumenti
possono essere considerati complementari in molte loro caratteristiche.
Spero che questo
approfondimento abbia suscitato il vostro interesse; se volete
intraprendere i primi passi nel mondo della macrofotografia consiglio
senz’altro di sperimentare per prima cosa uno di questi due sistemi, o
anche entrambi. Vi garantisco che valgono molto più di quello che
costano.
A presto!
Prof. BC
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